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Riempire il vuoto

2025-09-14 12:22

Francesca Dantes

mente, mindfulness, presente, consapevolezza, giudizio, vita,

Riempire il vuoto

Il vuoto è assenza o opportunità?

 

Tutti noi sperimentiamo la difficoltà del lasciare andare, il vuoto fa paura, ma questo non vuol dire che dobbiamo essere disposti a metterci dentro qualunque cosa. Il vuoto ci fa tremare, ma è proprio grazie a lui che tutto accade. Nella nostra cultura il vuoto è qualcosa da riempire, con oggetti, esperienze, pensieri, persone. Nel corso del tempo la tolleranza al vuoto si è progressivamente ridotta, schiacciata dalla velocità dei nostri ritmi di vita e dalla smania di dare un senso ad ogni attività che facciamo. Cosa ci spaventa esattamente del vuoto? Ci spaventa quello di cui è fatto: l’assenza. Ok, ma di cosa? Proprio di quello che usiamo per riempirlo. Sembra un’assurdità, ma se ti fermi un secondo a riflettere potrai vedere che è proprio così!

Quello che dovrebbe spaventarci davvero, non è il vuoto, è, invece il come riempiamo i nostri vuoti, perché da quello dipende di fatto la sofferenza del lasciare andare e gran parte di ciò che ci fa scattare nel quotidiano.

Nel pensiero orientale, il vuoto è spesso visto come la vera natura della realtà. In molte scuole del Buddhismo, ad esempio, si parla di śūnyatā, che potremmo tradurre come “vacuità”. Ma attenzione: non si tratta di un vuoto freddo o deprimente. Anzi, è proprio la comprensione del vuoto che porta allo sviluppo personale. Tutto è interconnesso, nulla esiste in modo isolato. In fondo, è nel silenzio che nasce la musica. È su un foglio bianco che può essere scritta una nuova storia. Ed è nel vuoto che può nascere una nuova versione di te.

Nel nostro mondo frenetico, in cui il “fare” sembra avere sempre la priorità sul “sentire”, il vuoto può diventare un alleato prezioso. Non come assenza da colmare a tutti i costi, ma come spazio sacro da rispettare, esplorare, ascoltare.

Selezioniamo con più accuratezza ciò con cui riempiamo i nostri vuoti, perché questo farà nettamente la differenza, sia per la qualità delle nostre giornate, sia quando arriverà il momento in cui dovremmo separarcene. Spesso viviamo le nostre giornate come se fossero riempitivi, gesti automatici, impegni che si susseguono senza una vera direzione. Ma è proprio in quei momenti — apparentemente innocui o “normali” — che stiamo ponendo le cause delle nostre future sofferenze o della nostra serenità. Ogni scelta, ogni abitudine, ogni piccolo atto quotidiano lascia una traccia.

Riflettere su questo è scomodo, perché ci mette davanti alla responsabilità delle nostre scelte. E la responsabilità spaventa: significa riconoscere che non possiamo sempre incolpare il caso, gli altri o il destino per ciò che accade. Scegliere con consapevolezza richiede coraggio, ma è l’unico modo per costruire una vita che sia davvero nostra, e non solo una serie di reazioni a ciò che capita.

Evitare questa riflessione ci dà un sollievo temporaneo, ma ci espone al rischio di svegliarci un giorno in una vita che non ci appartiene. Sta a noi decidere, giorno dopo giorno, cosa seminare, perché il raccolto, prima o poi, arriva.

Prendersi cura dei propri vuoti è quindi vitale. Come possiamo farlo? Prima di tutto dando spazio al vuoto, anche solo un poco alla volta. Abbandonare il telefono e guardare intorno a noi in silenzio, togliere per un po' qualche oggetto dalla stanza e vedere che effetto ci fa, non controllare o rispondere ai messaggi subito, ma lasciare spazio al momento presente, darsi la possibilità di sentire quella sensazione di vuoto che tanto temiamo e dirsi: ok vuoto, quali possibilità mi offri? Quante soluzioni, quante prospettive, quante alternative tieni nascoste dentro di te?

Il nostro corpo si nutre letteralmente di vuoto, ad esempio l’aria che respiriamo ci porta l’ossigeno che permette la vita oppure pensiamo al nostro stomaco, che può accogliere nuovi nutrimenti solo grazie al vuoto. In realtà siamo molto più bravi a relazionarci con il vuoto di quanto pensiamo. E proprio come facciamo con il nostro stomaco, facciamo attenzione a cosa usiamo per riempirlo!

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