Quando ci sentiamo stressati subiamo una serie di effetti nel corpo, nelle emozioni e nella mente: battito accelerato, alterazione del sonno, mancanza di concentrazione, senso di tristezza, irritabilità, problemi gastrointestinali, solo per fare alcuni esempi. Lo stress crea disagi che oltre una certa soglia attirano così tanto la nostra attenzione da dover essere “gestiti”. Il desiderio di gestire lo stress è talmente predominante che iniziamo la ricerca, lenta e costante, di qualcosa che riesca a tenere a bada la vasta gamma di sintomi. Questo desiderio è estremamente comprensibile e va ascoltato nella sua pienezza. Perché? Perché rischiamo di perderci in questa ricerca di “gestione” allontanandoci dalla radice, dalle cause della nostra condizione di stress. Gestire lo stress è una necessità per tutti dato che è inevitabile che il nostro corpo e la nostra mente abbiamo delle alterazioni, ognuno applica i rimedi che sente funzionare meglio e prosegue a cercare tecniche e modi per continuare a farlo. Il desiderio di gestione, quella voce che ci chiede di mettere fine a tutto questo, cosa ci dice davvero? Quale bisogno sta chiedendo di appagare davvero nel profondo? Facciamo un esempio. La voce dice “Basta! Non ne posso più!” e noi ci mettiamo alla ricerca di qualcosa che porti questa interruzione. Quanto ci soffermiamo a capire di cosa non ne possiamo più? Se la risposta è focalizzata solo sul battito accelerato, l’alterazione del sonno o la mancanza di concentrazione e non comprende anche una riflessione sulle cause dello stress possiamo facilmente scivolare in un ristagno improduttivo: facciamo di tutto, ma nulla sembra funzionare davvero. Ancora più stanchi e insoddisfatti ci è più difficile guardare in faccia le vere cause del nostro stress. E i rimedi in qualche modo possono diventare un mezzo per procrastinare questo momento di consapevolezza, se l’intento con il quale li ricerchiamo è “solo” smettere di provare dolore. Quando abbiamo un dolore nel corpo prendiamo un antidolorifico e speriamo che funzioni nel più breve tempo possibile, per cui se il dottore ci dice che serve riposo, ma sappiamo che aumentando la dose dell’antidolorifico faremo prima, è molto probabile che sceglieremo questa secondo opzione per poter tornare il prima possibile alla nostra vita di sempre. La stessa cosa accade con i rimedi contro lo stress, per quanto necessari, possono falsare la nostra visione in prospettiva e limitarci nel tentativo di ridurre i tempi di convivenza con i sintomi e con il loro disagio occupando tutte le nostre energie. Proprio il grande dispendio di energie fa sì che la nostra ricerca vada verso scorciatoie, processi o metodi che possano bypassare quel lavoro faticoso sulle cause che invece sarebbe così necessario e che risponderebbe forse in maniera molto più diretta a quella voce, a quel desiderio che dice “Basta! Non ne posso più!”.
Non solo, la scelta di affrontare lo stress prevalentemente in modo gestionale dopo un po’ ci porterà comunque alla responsabilità di questa gestione e di nuovo stanchi e sfiancati dalla sua complessità saremo tentati da ciò che promette risultati facili in poco tempo e senza troppo sforzo. A quel punto arrivare a pensare che qualcosa o qualcuno fuori da noi possa sistemare tutto è un attimo. Dobbiamo imparare ad ascoltare quel desiderio di gestione ed appagarlo anche attraverso l’ascolto di quella parte di noi che ci chiede qualcosa di più. A cosa dobbiamo davvero dire basta? Quella voce non scomparirà, urlerà ancora più forte, prendersi un momento, anche se piccolo, per farle spazio, ci aiuterà a trovare la forza di cambiare ritmo e trovare un nuovo passo. Uno più sostenibile e in linea con noi stessi.
Attenzione quindi a scorciatoie e anestetizzanti, occhi puntanti sul vero obiettivo, che non è gestire lo stress, ma non crearlo!



